L’ultimo rapporto di sintesi dell’IPCC mette a nudo la dura verità sullo stato attuale del clima. Ma ci mostra anche che abbiamo gli strumenti per invertire la nostra attuale traiettoria e che le decisioni che prendiamo oggi avranno un effetto duraturo sul mondo di domani. Una raccolta delle reazioni dei media alla pubblicazione del rapporto.
Questa settimana l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) ha pubblicato il Rapporto di Sintesi del suo Sesto Rapporto di Valutazione dei cambiamenti climatici. Il rapporto presenta le evidenze scientifiche più recenti e aggiornate sui cambiamenti climatici, sottolineando come sia “più probabile che non” che le temperature globali raggiungano un riscaldamento di 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, ponendoci sulla rotta di un superamento dell’obiettivo fissato dalle Parti alla conferenza sul clima di Parigi del 2015.
Sebbene il Rapporto di Sintesi non contenga nuovi dati scientifici, esso raccoglie i contenuti principali della ricerca mondiale sul clima e formula una guida pratica per i governi e i decisori che in tutto il mondo stanno cercando di attuare un cambiamento positivo. Non essendo prevista la pubblicazione di nuovi Rapporti dell’IPCC prima del 2030, questa cruciale edizione rappresenta la raccolta di raccomandazioni scientifiche su cui baseranno le proprie scelte i governi nel prossimo decennio.
Durante la presentazione del rapporto, avvenuta il 20 marzo 2023, il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha esortato ad “agire per il clima su tutti i fronti” e ha descritto il rapporto come un piano di riferimento per il modo in cui i governi possono ancora agire per mitigare i danni inflitti dagli impatti dei cambiamenti climatici.
Tuttavia, ha anche sottolineato l’invito del rapporto a un’azione più urgente, chiedendo ai Paesi di anticipare di un decennio i loro piani per il raggiungimento dello zero netto di emissioni. “I leader dei Paesi sviluppati devono impegnarsi a raggiungere lo zero netto il più vicino possibile al 2040, limite che tutti dovrebbero puntare a rispettare”, ha dichiarato.
L’invito ad anticipare tali obiettivi di un decennio è stato rivolto anche a Paesi che, come l’India e la Cina, hanno annunciato piani di raggiungimento dello zero netto di emissioni che vanno oltre il 2050.
Sebbene il Rapporto di Sintesi sia destinato principalmente ai responsabili politici, è stato accolto anche da media, scienziati e attivisti di tutto il mondo, che avranno un ruolo chiave nell’esercitare pressioni sui governi affinché le scelte politiche siano in linea con le evidenze scientifiche più aggiornate.
Notizie principali
Innumerevoli media in tutto il mondo hanno dato la massima priorità all’ultimo rapporto dell’IPCC. Dalla spiegazione dettagliata del Guardian su cosa sia il rapporto e perché sia importante alla discussione di Harper su come sia cambiata la narrativa sul clima, il Rapporto di Sintesi dell’IPCC è riuscito a portare le questioni climatiche in prima pagina.
Tra gli articoli più letti in lingua inglese: “Scientists deliver ‘final warning’ on climate crisis: act now or it’s too late” del Guardian, “World is on brink of catastrophic warming, U.N. climate change report says” del Washington Post e “Scientists release ‘survival guide’ to avert climate disaster” della BBC.
In generale, gli articoli sembrano concentrarsi sia sull’avvicinarsi di “soglie climatiche pericolose” oltre le quali “le persone non saranno in grado di adattarsi”, sia sulla dichiarazione del Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres secondo cui il Rapporto di Sintesi è una “guida per disinnescare la bomba a orologeria del clima”.
Una delle citazioni più comuni riportate dai media è quella del presidente dell’IPCC Hoesung Lee, che ha dichiarato: “Questo rapporto offre speranza e fornisce un avvertimento […] Le scelte che facciamo ora e nei prossimi anni si ripercuoteranno in tutto il mondo per centinaia, persino migliaia di anni”.
Il Washington Post, in particolare, sottolinea il linguaggio usato dal rapporto che, a suo dire, è più assertivo che mai prima d’ora e riporta: “L’espressione ‘high confidence – alta confidenza’ […] ricorre 200 volte nel capitolo riassuntivo di 36 pagine [e] La responsabilità umana per tutto il riscaldamento del sistema climatico globale è descritta come un ‘fatto’ inattaccabile”.
Per la maggior parte dei giornali il messaggio è chiaramente che “se non si agisce ora, non solo si condannerà l’umanità a un pianeta più caldo […] Si renderà anche impossibile per le generazioni future affrontare il loro ambiente cambiato”.
Ma non tutti hanno scelto di concentrarsi su ciò che dice il rapporto. Karl Mathiessen, corrispondente per il clima di Politico, scrive di ciò che non era contenuto nel rapporto. Il suo articolo analizza gli aspetti che vengono riportati con un basso livello di certezza e osserva come questa possa influenzare la nostra comprensione del futuro.
“Gli scienziati non hanno ancora risposte a molte delle domande che definiranno quanto il mondo riuscirà a far fronte al peggiore dei cambiamenti climatici”, scrive Mathiessen, secondo cui queste domande includono la nostra comprensione di aspetti quali gli estremi climatici, la vulnerabilità, i tipping point (punti di non ritorno) e la capacità delle nostre istituzioni politiche di gestire la crisi imminente e farvi fronte.
Non sono stati solo i media di lingua inglese a scegliere di mettere in prima pagina il Rapporto di Sintesi dell’IPCC. Il quotidiano spagnolo El País ha aperto lunedì con un articolo su come la finestra di opportunità di cambiamento si stia rapidamente chiudendo, fornendo anche un elenco di cosa dovrà cambiare nel prossimo futuro se i responsabili politici intendono rispettare l’obiettivo di contenere l’aumento del riscaldamento entro 1,5°C.
Anche Telám, l’agenzia di stampa nazionale argentina, ha dato spazio al rapporto, seppur non in prima pagina, sottolineando come il documento sarà una risorsa fondamentale per aumentare le ambizioni prima della prossima conferenza delle parti (COP28) a Dubai.
Allo stesso modo, i quotidiani francesi e tedeschi Le Monde e Der Spiegel si concentrano sull’idea che “c’è ancora una possibilità di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto al periodo preindustriale, a condizione che ci sia uno sforzo globale unito” e su come “ciò che è contenuto nel rapporto è scientificamente consolidato e non più messo in discussione”, anche se ciò che i decisori politici ne faranno è tutta un’altra questione, secondo Jochem Marotzke, direttore del Max Planck Institute for Meteorology di Amburgo.
Der Spiegel e l’Associated Press sottolineano inoltre come questo Rapporto di Sintesi sia stato “bloccato da una battaglia tra Paesi ricchi e Paesi in via di sviluppo sugli obiettivi di emissione e sugli aiuti finanziari alle nazioni vulnerabili”, che ha comportato un ritardo di due giorni nell’approvazione del testo finale, avvenuta domenica anziché venerdì.
Anche la società di media Hi Net, con sede a Taiwan, ha scelto di sottolineare la questione della disuguaglianza citando l’affermazione di Aditi Mukherji, uno degli autori del rapporto: “La giustizia climatica è cruciale perché coloro che emettono meno carbonio ne stanno sopportando il peso in modo sproporzionato”.
Fonte: IPCC