L’inquinamento atmosferico costituisce uno dei più gravi fattori di rischio ambientale per la salute. Si calcola che riducendo i livelli di inquinamento atmosferico, i Paesi possano ridurre il carico di malattie da ictus, malattie cardiache, cancro ai polmoni e malattie respiratorie croniche e acute, incluso l’asma, con benefici per la salute della popolazione sia a breve che a lungo termine.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, o World Health Organization, WHO in inglese) – agenzia speciale dell’ONU fondata nel 1946 per il “raggiungimento, da parte di tutte le popolazioni, del più alto livello possibile di salute” – elabora e produce linee guida per la qualità dell’aria che raccomandano limiti di esposizione ai principali inquinanti atmosferici, crea valutazioni dettagliate dell’impatto sulla salute di diversi tipi di inquinanti atmosferici, fornisce prove relative al collegamento dell’inquinamento atmosferico con malattie specifiche – come malattie cardiovascolari, respiratorie e tumori – , stima l’incidenza delle malattie causate dalle esposizioni all’inquinamento atmosferico esistente a livello nazionale, regionale e globale. Per riuscire a proteggere la salute pubblica infatti è fondamentale esaminare tutti i fattori di rischio esistenti, incluso l’inquinamento atmosferico.

Global Update 2005: Inquinanti e Valori indicativi della qualità dell’aria dell’OMS

Le linee guida dell’OMS sulla qualità dell’aria costituiscono una guida globale su soglie e limiti per i principali inquinanti atmosferici, si applicano in tutto il mondo, e si fondano sulle valutazioni di esperti, basate su dati sanitari e prove scientifiche, in relazione agli effetti sulla salute causati dai seguenti inquinanti atmosferici:
particolato (PM)
ozono (O3)
biossido di azoto (NO2)
anidride solforosa (SO2).
Di fatto, sebbene il PM sia l’indicatore più comunemente utilizzato per misurare l’inquinamento atmosferico e quello che colpisce più di qualsiasi altro inquinante – basti pensare ad esempio che l’Oms ha stimato nel 2016 ben 4,2 milioni di morti premature in tutto il mondo dovute all’esposizione alle PM2,5, polveri sottili con diametro pari o inferiore a 2,5 micron – esistono gravi rischi per la salute dovuti all’esposizione all’ozono (O3), al biossido di azoto (NO2) e al biossido di zolfo (SO2) e alla loro interazione. Basti pensare infatti che l’ozono è un fattore importante nella morbilità e mortalità dell’asma, mentre il biossido di azoto e l’anidride solforosa possono incidere nell’asma, nei sintomi bronchiali, nell’infiammazione polmonare e nella ridotta funzionalità polmonare.

Diffuse nel 2005 le Linee guida dell’Oms sulla Qualità dell’Aria sono attualmente in fase di revisione con una data di pubblicazione prevista per il 2020. In attesa di tale aggiornamento andiamo a vedere sinteticamente quali sono le indicazioni contenute nelle “Global Update 2005” dell’Oms.

Particolato (PM)

Definizione e principali fonti
I principali componenti chimici del PM sono solfato, nitrati, ammoniaca, cloruro di sodio, carbonio nero, polvere minerale e acqua. È costituito da una complessa miscela di particelle solide e liquide di sostanze organiche e inorganiche sospese nell’aria. Mentre le particelle con un diametro minore uguale a 10 micron, (≤ PM 10 ) possono penetrare e depositarsi in profondità all’interno dei polmoni, le particelle ancora più dannose per la salute sono quelle con un diametro minore o uguale a 2,5 micron, (≤ PM 2,5 ). Il PM 2.5 può penetrare nella barriera polmonare ed entrare nel sistema sanguigno e l’’esposizione cronica a queste particelle contribuisce al rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e respiratorie, nonché di cancro ai polmoni.
Le misurazioni della qualità dell’aria sono generalmente riportate in termini di concentrazioni – medie giornaliere o annuali – di particelle di PM 10 in termini di microgrammi per metro cubo (μg / m3). Quando sono disponibili strumenti di misurazione sufficientemente sensibili, vengono riportate anche le concentrazioni di particelle fini (PM 2,5 o inferiore).

Effetti sulla salute
Esiste una stretta relazione quantitativa tra l’esposizione ad alte concentrazioni di polveri (PM10 e PM2,5) e un aumento della mortalità o morbilità, sia quotidianamente che nel corso del tempo. Al contrario, a parità di altri fattori, quando si riducono le concentrazioni di particolato piccolo e fine, anche la relativa mortalità diminuisce. L’inquinamento da particolato fine ha effetti sulla salute anche a concentrazioni molto basse – in realtà non è stata identificata alcuna soglia al di sotto della quale non si osservano danni alla salute – e pertanto, i limiti delle linee guida dell’OMS del 2005 mirano a raggiungere le concentrazioni più basse possibili di PM.

Particolato (PM )- Valori indicativi delle linee guida della qualità dell’aria dell’OMS
Questi i valori riportati dalle linee guida:

Polveri Polveri sottili (PM 2.5) Particolato grosso (PM 10)

media annua

10 μg / m 3 20 μg / m 3
media su 24 ore 25 μg / m 3 50 μg / m 3

L’Oms stima che la riduzione delle concentrazioni medie annue di particolato fine (PM 2,5 ) da livelli di 35 μg / m 3 , comuni in molte città in via di sviluppo, al livello delle linee guida dell’OMS di 10 μg / m 3 , potrebbe ridurre i decessi correlati all’inquinamento atmosferico del 15% circa.
Tuttavia, anche nell’Unione europea, dove le concentrazioni di PM in molti paesi sono conformi ai livelli guida, si stima che l’aspettativa di vita media sia inferiore di 8,6 mesi rispetto a quella che sarebbe altrimenti, a causa delle esposizioni al PM da fonti antropiche.
Nei paesi a basso e medio reddito,all’interno e nelle vicinanze dell’abitazione l’esposizione agli inquinanti derivanti dalla combustione domestica di combustibili inquinanti su fuochi aperti o stufe tradizionali – per cucinare, riscaldare e illuminare – aumenta ulteriormente il rischio di malattie legate all’inquinamento atmosferico, tra cui le infezioni acute delle vie respiratorie, le malattie cardiovascolari, la bronco pneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e il carcinoma polmonare.

Ozono (O3)

Definizione e principali fonti
L’ozono a livello del suolo – da non confondere con lo strato di ozono nell’atmosfera superiore – è uno dei principali componenti dello smog fotochimico. È formato dalla reazione con la luce solare (reazione fotochimica) di inquinanti quali ossidi di azoto (NOx) derivanti dalle emissioni dei veicoli e dell’industria e di composti organici volatili (COV) emessi da veicoli, solventi e industria. Di conseguenza, i periodi più alti di inquinamento da ozono si verificano durante i periodi in cui è maggiore la luce solare.
Effetti sulla salute
L’eccessivo ozono nell’aria può avere un marcato effetto sulla salute umana. Può causare problemi respiratori, scatenare l’asma, ridurre la funzione polmonare e causare malattie polmonari.

O3- Valori indicativi delle linee guida della qualità dell’aria dell’OMS
I valori limite di ozono riportati dalle linee guida:

Ozono
O3
media a 8 ore 100 μg / m 3

Il limite raccomandato nelle Global Update 2005 è stato ridotto dal precedente livello di 120 µg / m3 riportato nelle precedenti edizioni delle linee guida dell’Oms sulla base di recenti associazioni conclusive tra mortalità giornaliera e concentrazioni di ozono più basse.

Biossido di azoto (NO2)

Definizione e principali fonti
Come inquinante dell’aria, il biossido di azoto ha diverse attività correlate. A breve termine, concentrazioni superiori a 200 μg / m3, è un gas tossico che provoca un’infiammazione significativa delle vie aeree.
Il NO2 è la principale fonte di aerosol di nitrati, che formano una frazione importante di PM2,5 e, in presenza di luce ultravioletta, di ozono. Le principali fonti di emissioni antropogeniche di NO2 sono i processi di combustione (riscaldamento, produzione di energia e motori di veicoli e navi).

Effetti sulla salute
Studi epidemiologici hanno dimostrato che i sintomi della bronchite nei bambini asmatici aumentano in associazione con l’esposizione a lungo termine a NO2. Anche la ridotta crescita della funzione polmonare è legata alle concentrazioni di NO2 attualmente misurate nelle città dell’Europa e del Nord America.

NO2 Valori indicativi delle linee guida della qualità dell’aria dell’OMS
Per il biossido di azoto le linee guida suggeriscono il rispetto dei seguenti limiti:

Biossido di azoto NO2
media annua 40 μg / m3
media a 1 ora 200 μg / m3

Dove l’attuale valore della linea guida dell’Oms di 40 µg / m 3 come media annua è stato impostato per proteggere la popolazione dagli effetti sulla salute dei gas.

Anidride solforosa (SO2)

Definizione e principali fonti
L’anidride solforosa è un gas incolore con un forte odore. È prodotto dalla combustione di combustibili fossili (carbone e petrolio) e dalla fusione di minerali che contengono zolfo. La principale fonte antropica di SO2 è la combustione di combustibili fossili contenenti zolfo per riscaldamento domestico, produzione di energia e autoveicoli.

Effetti sulla salute
L’anidride solforosa può influenzare il sistema respiratorio e le funzioni dei polmoni e causare irritazione agli occhi. L’infiammazione del tratto respiratorio provoca tosse, secrezione di muco, aggravamento dell’asma e bronchite cronica e rende le persone più inclini alle infezioni del tratto respiratorio. I ricoveri ospedalieri per malattie cardiache e mortalità aumentano nei giorni con livelli più elevati di SO2. Quando l’anidride solforosa si combina con acqua, forma acido solforico, componente principale della pioggia acida e causa di deforestazione.

SO2 Valori indicativi delle linee guida della qualità dell’aria dell’OMS
Questi i valori riportati dalle linee guida:

Anidride solforosa SO2
media su 24 ore 20 μg / m3
media su 10 minuti 500 μg / m3

Una concentrazione di SO2 di 500 µg / m3 non deve essere superata per periodi medi della durata di 10 minuti. Gli studi indicano che una parte delle persone con manifestazioni di asma peggiorano nella funzione polmonare e nei sintomi respiratori dopo periodi di esposizione ad anidride solforosa di soli 10 minuti. È noto che gli effetti nocivi sulla salute sono attualmente stati associati a livelli molto più bassi di SO2 di quanto si pensasse in precedenza. È necessario un maggior grado di protezione. Anche se la causalità degli effetti di basse concentrazioni di SO2 è ancora incerto, riducendo le concentrazioni di SO2 è molto probabile che diminuiscano gli effetti dovuti all’esposizione ai co-inquinanti atmosferici.

Azioni concrete per il rispetto delle linee guida dell’OMS

La maggior parte delle fonti di inquinamento dell’aria esterna è ben al di là del controllo della popolazione e richiede un’azione concertata da parte dei responsabili politici a livello locale, nazionale e regionale che lavorano in settori come i trasporti, l’energia, la gestione dei rifiuti, la pianificazione urbana e l’agricoltura.
Esistono molti esempi di politiche di successo nei trasporti, nella pianificazione urbana, nella produzione di energia e nell’industria che riducono l’inquinamento atmosferico:
per l’industria: tecnologie pulite che riducono le emissioni di ciminiere industriali; miglioramento della gestione dei rifiuti urbani e agricoli, compresa la cattura di gas metano emesso dai siti di scarico in alternativa all’incenerimento (da utilizzare come biogas);
per l’energia: garantire l’accesso a soluzioni energetiche domestiche pulite a prezzi accessibili per cucinare, riscaldare e illuminare;
per i trasporti: passaggio a modalità pulite di generazione di energia; dare priorità al rapido transito urbano, alle reti pedonali e ciclabili delle città, potenziamento ferroviario per il trasporto merci interurbano e i viaggi passeggeri; passaggio a veicoli diesel più puliti per impieghi gravosi e veicoli e carburanti a basse emissioni, compresi i carburanti a ridotto contenuto di zolfo;
per la pianificazione urbana: migliorare l’efficienza energetica degli edifici e rendere le città più verdi e compatte, e quindi energeticamente efficienti;
per la generazione di energia: maggiore utilizzo di combustibili a basse emissioni e fonti di energia rinnovabili prive di combustione (come energia solare, eolica o idroelettrica); cogenerazione di calore ed energia; e generazione di energia distribuita (ad es. mini-griglie e generazione di energia solare sul tetto);
per la gestione dei rifiuti urbani e agricoli: strategie per la riduzione dei rifiuti, la separazione dei rifiuti, il riciclaggio e il riutilizzo o il ritrattamento dei rifiuti; così come metodi migliorati di gestione dei rifiuti biologici come la digestione anaerobica dei rifiuti per produrre biogas, sono possibili alternative a basso costo all’incenerimento aperto dei rifiuti solidi. Laddove l’incenerimento è inevitabile, è fondamentale l’adozione di tecnologie di combustione soggette a severi controlli delle emissioni.

E’ partito dal 2019 il piano strategico dell’Oms per migliorare la salute del mondo. Gli ostacoli per arrivarci sono molti, l’Oms ne ha identificati 10 particolarmente insidiosi e tra questi ci dice che la prima minaccia di cui dovremo preoccuparci è costituita proprio dall’aria inquinata che arriva dalle emissioni di industria, trasporti, agricoltura, riscaldamento domestico. Cause in parte comuni con la catastrofe del cambiamento climatico oggi all’ordine del giorno forse più degli effetti nocivi sulla salute dell’inquinamento atmosferico.

A cura di Gloria Perrella, redazione di Ancler