Il blocco dell’economia globale conseguente alla pandemia di coronavirus ha fatto registrare dei miglioramenti localizzati della qualità dell’aria.

E per il 2020 l’Agenzia internazionale dell’energia (IEA) ha previsto una riduzione dell’8% delle emissioni mondiali di CO2.

Non si deve tuttavia pensare che questa riduzione temporanea delle emissioni abbia fermato la crisi climatica, nemmeno nell’immediato.

Le analisi dei dati raccolti indicano infatti che anche quest’anno le concentrazioni medie annue di CO2 cresceranno, nonostante la riduzione delle emissioni.

In questa prospettiva il punto chiave è quello di misurare l’impatto della riduzione delle emissioni sulla quantità complessiva di CO2 presente nell’atmosfera (concentrazioni), il principale motore dell’aumento della temperatura globale per i cambiamenti climatici.

I dati più recenti raccolti dall’Associazione nazionale oceanica e atmosferica (NOAA) degli Stati Uniti mostrano che fino a questo momento i livelli globali di biossido di carbonio (CO2) sono in forte aumento.

Andamento della concentrazione di CO2 atmosferica. Fonte dei dati NOAA, grafici della UNEP World Environment Situation Room

Le misurazioni a Mauna Loa nelle ultime settimane mostrano che la CO2 ha continuato ad aumentare. Ciò è evidenziato nel grafico seguente, che mostra le concentrazioni atmosferiche mensili e annuali di CO2 a Mauna Loa dall’inizio del 2018. Il grafico illustra il ciclo stagionale della CO2 (linea nera sottile), il ciclo iniziale previsto (rosso) e quello rivisto con la pandemia (blu) per il 2020

Concentrazioni di CO2 osservate e previste a Mauna Loa, che mostrano valori sia annuali che mensili, illustrando l’impatto di una potenziale riduzione dell’8% delle emissioni globali di CO2 sull’aumento previsto delle concentrazioni. Credito: Met Office

CarbonBrief stima che nel complesso i livelli di concentrazione di CO2 aumenteranno di 2,48 ppm – valore in crescita se pur inferiore di 0,32 ppm dell’incremento atteso, con un rallentamento dell’11% dovuto al lockdown.

Ciò significa che, sebbene le emissioni globali siano minori, le concentrazioni di CO2 continuano ancora ad aumentare e che, sebbene ad un ritmo più lento di quanto atteso, anidride carbonica aggiuntiva si sta ancora accumulando nell’atmosfera.

Questo, ovviamente, è di grande preoccupazione per il nostro clima e dimostra, ancora una volta, che è necessario un intervento urgente per ridurre le nostre emissioni di gas serra. Per mantenere il riscaldamento globale medio a 1,5 ° C dobbiamo raggiungere emissioni nette pari a zero entro il 2040 “, afferma Pascal Peduzzi, direttore dell’UNEP / GRID-Ginevra e direttore del programma della World Environment Situation Room.

Questi risultati possono sorprendere coloro che ritengono ottimisticamente che COVID-19 ridurrà le emissioni globali totali.

Mentre è vero che il traffico veicolare e aereo, così come l’attività industriale, è fortemente diminuito nella maggior parte del mondo dal gennaio 2020, non è così per la nostra fornitura di elettricità. E come riportato dal World Energy Outlook 2019 il 64% del mix globale di energia elettrica proviene da combustibili fossili (38% carbone, 23% gas, 3% petrolio).

Secondo Niklas Hagelberg dell’UNEP “Senza cambiamenti fondamentali nella produzione globale di energia, non dovremmo avere motivo di aspettarci una riduzione duratura delle emissioni“.

A cura della redazione di Ancler