L’11 dicembre 2019 la Commissione Europea ha presentato l’ambizioso piano volto a rendere l’UE entro il 2050 il primo blocco di Paesi al mondo a impatto climatico zero.
La Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen annunciando il progetto, ha dichiarato con enfasi: “Si tratta per l’Europa di un momento paragonabile a quello in cui l’uomo ha camminato per la prima volta sulla Luna”. Ed ha aggiunto: “È qualcosa che dobbiamo ai nostri figli”.
Con il Green Deal l’Europa vuole realizzare una azione concreta in materia di cambiamenti climatici. Vuole indicare a tutti gli altri Paesi il cammino da seguire diventando il primo continente a impatto climatico zero, accogliendo una sfida e trasformandola in una delle opportunità più grandi del nostro tempo, da cogliere senza indugi.
Ai fini della realizzazione della neutralità climatica dell’UE entro il 2050 la Commissione ha stabilito che l’UE adotterà una normativa europea sul clima. Questo implicherà da un lato l’assunzione dell’impegno di emettere meno biossido di carbonio dall’altro la necessità di eliminare dall’atmosfera quello prodotto. Sarà inoltre necessario estendere ad altri settori l’attuale sistema di scambio di quote di emissione che già aiuta l’UE a ridurre le emissioni dei settori energetico e industriale; sviluppare fonti di energia più pulite e tecnologie verdi che consentiranno di produrre, viaggiare, consumare e vivere rispettando di più l’ambiente; realizzare un’economia realmente circolare; proteggere la biodiversità.
Con la Risoluzione sul Green Deal n. 2019/2956(RSP), passata il 15 gennaio con 482 sì, 136 no e 95 astensioni, il Parlamento Europeo ha approvato quanto stabilito dalla Commissione chiedendo la presentazione di una proposta di legge sul clima entro il mese di marzo 2020 e affermando la volontà di far si che l’Unione svolga, rispetto alle problematiche poste dalla sfida del contrasto al cambiamento climatico, una robusta leadership a livello mondiale che non sia limitata ai preparativi della COP26 del 2020.
Molte sono le questioni affrontate nella Risoluzione.
Uno degli obiettivi immediati è la richiesta di portare al 55% entro il 2030 la riduzione delle emissioni interne di gas ad effetto serra rispetto ai livelli del 1990, invece del taglio al 40% come fino ad ora previsto.
Nella risoluzione inoltre si parla di energia pulita, economica e sicura; della mobilitazione dell’industria a favore di un’economia pulita e circolare; della necessità di accelerare la transizione verso una mobilità sostenibile e intelligente, dell’attuazione di un sistema alimentare equo, sano ed ecocompatibile “dal produttore al consumatore”, dell’esigenza di preservare e ripristinare gli ecosistemi e la biodiversità; si pone l’obiettivo di “inquinamento zero” per un ambiente privo di sostanze tossiche; dell’adozione del principio generale del “Non nuocere” affinché tutte le azioni dell’UE siano volte a creare un futuro sostenibile stimolando la ricerca e l’innovazione consapevole.
Si prevede un percorso per una transizione giusta e socialmente equa, concepita in modo da non lasciare indietro nessun individuo e nessuna regione in questa grande trasformazione.
Per raggiungere gli obiettivi posti dal Green Deal sarà necessario trasformare l’economia europea, abbandonando le fonti fossili e incentivando la produzione di energia da fonti rinnovabili e promuovendo un’economia circolare. Questa transizione non è solo energetica ma anche sociale perché comporterà in alcune regioni più dipendenti dal carbone e dalle fonti fossili una vera rivoluzione.
Il proposito di diventare il primo blocco di Paesi al mondo a impatto climatico zero entro il 2050 richiederà quindi notevoli investimenti sia pubblici (a livello dell’UE e degli Stati membri) che privati.
Il 14 gennaio 2020 è stato presentato il “piano di investimenti per una Europa sostenibile” che farà leva sugli strumenti finanziari dell’UE per mobilitare investimenti pubblici e fondi privati e che si dovrebbero tradurre in almeno 1.000 miliardi di € di investimenti.
Sebbene tutti gli Stati membri, le regioni e i settori dovranno contribuire alla transizione, la portata della sfida non è la stessa per tutti. Alcune regioni saranno particolarmente colpite e subiranno una profonda trasformazione socioeconomica. Il meccanismo per una transizione giusta fornirà loro sostegno pratico e finanziario su misura al fine di aiutare i lavoratori e generare gli investimenti locali necessari.
La Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato: “Al centro del Green Deal europeo, che racchiude la nostra visione per un’Europa climaticamente neutra entro il 2050, ci sono le persone. La trasformazione che ci si prospetta è senza precedenti e avrà successo solo se è giusta e va a beneficio di tutti. Sosterremo le popolazioni e le regioni chiamate a compiere gli sforzi maggiori affinché nessuno sia lasciato indietro. Il Green Deal comporta un ingente fabbisogno di investimenti, che trasformeremo in opportunità di investimento. Il piano presentato oggi, finalizzato a mobilitare almeno 1.000 miliardi di €, indicherà la rotta da seguire e provocherà un’ondata di investimenti verdi.”
Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, ha affermato: “L’indispensabile transizione verso la neutralità climatica migliorerà il benessere delle persone e aumenterà la competitività europea, ma sarà più impegnativa per i cittadini, i settori e le regioni che dipendono in maggior misura dai combustibili fossili. Il meccanismo per una transizione giusta aiuterà chi ne ha più bisogno, rendendo più attraenti gli investimenti e proponendo un pacchetto di sostegno pratico e finanziario del valore di almeno 100 miliardi di €. È così che ci impegniamo a perseguire la solidarietà e l’equità.”
Il piano di investimenti del Green Deal europeo mobiliterà i fondi dell’UE e creerà un contesto in grado di agevolare e stimolare gli investimenti pubblici e privati necessari ai fini della transizione verso un’economia climaticamente neutra, verde, competitiva e inclusiva. Il piano, come annunciato si articolerà in tre dimensioni:
• Finanziamento: mobilitare almeno 1.000 miliardi di € di investimenti sostenibili nei prossimi dieci anni. Il bilancio dell’UE destinerà all’azione per il clima e l’ambiente una quota di spesa pubblica senza precedenti, attirando i fondi privati. In questo contesto la Banca europea per gli investimenti svolgerà un ruolo di primo piano.
• Favorire gli investimenti: prevedere incentivi per sbloccare e riorientare gli investimenti pubblici e privati incoraggiando pratiche di bilancio e appalti verdi e trovando soluzioni volte a semplificare le procedure di approvazione degli aiuti di Stato nelle regioni interessate dalla transizione giusta.
• Sostegno pratico: la Commissione fornirà sostegno alle autorità pubbliche e ai promotori in fase di pianificazione, elaborazione e attuazione dei progetti sostenibili.
Il meccanismo per una transizione giusta sarà uno strumento chiave per garantire che la transizione verso un’economia climaticamente neutra avvenga in modo equo e non lasci indietro nessuno.
Fermo restando che il piano di investimenti del Green Deal europeo si prefigge di soddisfare le esigenze di finanziamento di tutte le regioni, il meccanismo fornirà un sostegno mirato a quelle più colpite nell’intento di mobilitare almeno 100 miliardi di € nel periodo 2021-2027, attenuando così l’impatto socioeconomico della transizione. Contribuirà a generare gli investimenti di cui necessitano i lavoratori e le comunità che dipendono dalla catena del valore dei combustibili fossili. Il meccanismo si aggiunge al sostanzioso contributo fornito dal bilancio dell’Unione tramite tutti gli strumenti direttamente pertinenti alla transizione.
Il meccanismo per una transizione giusta, tuttavia, non sarà circoscritto ai finanziamenti. La Commissione offrirà assistenza tecnica agli Stati membri e agli investitori e garantirà il coinvolgimento delle comunità interessate, delle autorità locali, dei partner sociali e delle organizzazioni non governative. Il meccanismo per una transizione giusta potrà contare su un solido quadro di governance basato su piani territoriali specifici.
Il successo del piano di investimenti del Green Deal europeo dipenderà dall’impegno di tutti gli attori coinvolti. È essenziale che gli Stati membri e il Parlamento europeo mantengano l’alto livello di ambizione della proposta della Commissione durante i negoziati sul prossimo quadro finanziario. Altrettanto importante sarà la rapida adozione della proposta di regolamento sul Fondo per una transizione giusta. La Commissione seguirà da vicino e valuterà i progressi compiuti in questo percorso. Nella speranza che gli investitori possano trarre il massimo vantaggio dal contesto normativo favorevole e dalla crescente domanda di investimenti sostenibili.
A cura di Gloria Perrella, redazione di Ancler