Lo scorso ottobre è stato il terzo più caldo mai registrato. Le temperature sono state di 0,4 gradi Celsius sopra la media 1991-2020. In Europa ci sono state differenze significative tra nord-ovest e sud-est: in Norvegia la temperatura è stata di 1,9 gradi sopra la media, mentre dalla Grecia fino al Mar Caspio le temperature sono state di molto inferiori alla media del periodo.
Il dato più sorprendente riguarda il nord del Canada, dove le temperature in alcuni luoghi sono state di 7 gradi sopra la media. In queste aree, di solito ghiacciate in questo periodo dell’anno, sono state registrate per la prima volta temperature sopra gli zero gradi. Un nuovo sintomo del rapido riscaldamento che abbiamo visto nell’Artico negli ultimi anni.
Un nuovo sistema per misurare le emissioni di Co2
All’indomani del vertice sul clima Cop26 abbiamo dato un’occhiata ai cambiamenti che ci attendono. Il primo riguarda il monitoraggio delle emissioni di anidride carbonica: una novità considerata una svolta perché al momento non c’è modo di misurare con precisione quanta Co2 venga immessa nell’atmosfera dai grandi siti industriali e dalle città. Le valutazioni, infatti, si basano su stime indirette.
L’anidride carbonica è incolore, inodore e si mescola istantaneamente nell’atmosfera. Tenere traccia di quanta Co2 emettano fonti come questa è incredibilmente complesso. Ma dal 2026 un nuovo sistema europeo chiamato CO2MVS combinerà scansioni satellitari e modelli informatici per definire meglio chi sta emettendo cosa e quando.
“Sarà possibile verificare le emissioni usando un modello numerico e confrontarle con le osservazioni in arrivo – dice Vincent-Henri Peuch, direttore del Copernicus atmosphere monitoring service -. Così potremo assicurarci che le nostre stime sulle emissioni di CO2 corrispondano effettivamente a quello che c’è nell’atmosfera”.
Il sistema garantisce una copertura di due chilometri. Ciò significa che i paesi potranno sapere con precisione da dove proviene la Co2 e individuare fonti che in precedenza erano state sottovalutate, sopravvalutate o erano semplicemente invisibili. “Non credo che rivoluzionerà le nostre conoscenze sulle emissioni in Europa – dice Peuch – ma in altre parti del mondo potrebbe essere un bel cambiamento”.
Come cambierà il clima nel prossimo decennio?
Nonostante la riduzione delle emissioni fosse il tema centrale della COP26, la concentrazione di Co2 nell’atmosfera continua a salire e ha raggiunto un livello senza precedenti nella storia. Abbiamo chiesto ad alcuni esperti come cambierà il clima nel prossimo decennio.
Le decisioni prese a Glasgow non avranno alcun effetto entro il 2030, perché il nostro sistema climatico è lento a reagire. “Nel prossimo decennio il riscaldamento continuerà qualunque cosa accada alle emissioni. – dice Ed Hawkins, professore di Scienze del clima all’università di Reading -. La riduzione delle emissioni di cui si è parlato alla Cop26 riguarda il lungo termine, ciò che accadrà dopo il 2030, fino al 2050 e oltre”.
Quest’anno abbiamo avuto un assaggio di quello che verrà. Gli incendi boschivi, l’ondata di calore nell’Europa meridionale e le inondazioni in Germania e Belgio sono alcuni degli eventi estremi legati al cambiamento climatico. Nei prossimi decenni eventi di questo tipo diventeranno sempre più frequenti.
“Entro il 2030 ci aspettiamo un ulteriore aumento delle ondate di calore e di precipitazioni abbondanti, queste ultime soprattutto nell’Europa centro-settentrionale – dice la professoressa Sonia Seneviratne dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (Eth) di Zurigo -. Ci aspettiamo anche un aumento dell’intensità e della frequenza dei periodi di siccità, in particolare nell’Europa meridionale, ma anche in Europa centrale”.
Fonte: Euronews