La Terra sta cambiando più velocemente che in qualsiasi momento della storia moderna a causa del riscaldamento globale causato dall’uomo. Dalla metà del XIX secolo, quando abbiamo iniziato a bruciare combustibili fossili su scala industriale, abbiamo modificato la nostra atmosfera e provocato il riscaldamento del pianeta.
Gli scienziati hanno previsto che se la temperatura del mondo supera i 2°C rispetto ai livelli preindustriali, le conseguenze saranno catastrofiche, con temperature più calde, innalzamenti del livello del mare, interruzioni degli ecosistemi e condizioni meteorologiche più estreme.
Le temperature della Terra hanno oscillato a lungo, ma dalla rivoluzione industriale il pianeta ha visto un aumento delle temperature senza precedenti, soprattutto negli ultimi decenni. 19 dei 20 anni più caldi mai registrati sono stati registrati dal 2001 e il mondo è ora di circa 1°C al di sopra dei livelli preindustriali. L’Accordo di Parigi ha fissato l’obiettivo di non superare i 2°C, con l’ambizione di rimanere al di sotto di 1,5°C.
L’anidride carbonica è un gas serra che intrappola il calore nell’atmosfera ed è uno dei principali contributori al riscaldamento globale. Dalla rivoluzione industriale, i livelli di CO2 nell’atmosfera sono saliti a oltre 400 parti per milione, il livello più alto da milioni di anni. Le letture vengono effettuate presso un osservatorio sul vulcano Mauna Loa alle Hawaii e di solito raggiungono il picco a maggio di ogni anno.
Anche il ghiaccio sulla terraferma si sta sciogliendo rapidamente, soprattutto nell’emisfero settentrionale. Essendo rimasta relativamente stabile fino agli anni ’90, la Groenlandia sta ora perdendo ghiaccio a un ritmo di circa 280 gigatonnellate all’anno, mentre l’Antartide sta perdendo circa 150 gigatonnellate all’anno.
Mentre il mondo si riscalda, il ghiaccio immagazzinato ai poli e nei ghiacciai si scioglie e il livello del mare aumenta. Il tasso di aumento è accelerato negli ultimi decenni e ora è stimato a 3-4mm all’anno. Gli scienziati hanno previsto che, a meno che non venga intrapresa un’azione drastica per ridurre le emissioni, il livello del mare potrebbe aumentare di circa un metro entro la fine del secolo, il che sarebbe catastrofico per molte nazioni basse e popolose città costiere.
La copertura di ghiaccio nell’Oceano Artico è diminuita drasticamente negli ultimi decenni a causa del riscaldamento globale. Questo ghiaccio che si scioglie contribuisce all’innalzamento del livello del mare e sconvolge i modelli oceanici e meteorologici. Normalmente raggiunge il suo minimo annuale a settembre, alla fine dell’estate dell’emisfero settentrionale. Alcuni scienziati ritengono che l’Artico possa raggiungere un punto di svolta quando la traiettoria della perdita di ghiaccio marino diventa irreversibile.
Fonte: The Guardian