Lo smog non ha confini, ma in Europa si posiziona preferibilmente sui cieli di città periodicamente compromesse dalle emissioni di polveri sottili.
Il podio dell’aria più insalubre lo conquista Nowy Sacz in Polonia e non è una sorpresa in considerazione del fatto che le città dell’Europa dell’est, dove il carbone è ancora una delle principali fonti di energia, guidano le classifiche sull’inquinamento, come conferma il report dell’Agenzia europea dell’Ambiente (2019-2020).
Lo studio valutata come molto scarsa la qualità dell’aria quando i livelli di polveri sottili (PM 2,5) sono pari o superiori alla soglia di 25 microgrammi per metro cubo d’aria fissato dall’Unione europea come limite annuale.
Catherine Ganzleben, capo gruppo dell’Agenzia sull’inquinamento atmosferico, ambiente e salute, fotografa una situazione complessa: “Il particolato fine è uno dei principali inquinanti atmosferici – dice – Porta con sé oltre 400.000 morti premature all’anno in Europa, è collegato a gravi patologie, tra cui le malattie cardiache e polmonari, due delle principali cause di decesso in Europa. Se vivi in una città con l’aria sporca, è un danno per la tua salute e quella dei tuoi figli“.
La sorpresa arriva dalla cattiva performance di Cremona, seconda nella graduatoria dell’Agenzia europea, e Vicenza, che si assesta al quarto posto dietro Slavonski Brod in Croazia.
Delle 323 città prese in considerazione da Aea, l’aria è classificata come buona in sole 127.
Secondo Ganzleben, “quello che dobbiamo fare è smettere di investire denaro nell’industria dei combustibili fossili e dobbiamo concentrarci sulle emissioni dell’agricoltura, dobbiamo esaminare i nostri sistemi di trasporto e infine, quando si tratta di produzione di energia, dobbiamo abbandonare i combustibili fossili“.
Il report rivela che le misure di blocco si sono tradotte in riduzioni consistenti, pari anche al 60% dei livelli di biossido di azoto, ma che i livelli di particolato sono rimasti alti, anche a causa del combustibile per il riscaldamento.
Fonte: Euronews